mercoledì, gennaio 10, 2007
Consapevolmente!
I nostri gesti quotidiani, anche quelli apparentemente più banali, esercitano un'influenza su qualcun altro. Ognuno di essi è una scelta politica, che oggi non riguarda più il semplice voto elettorale, ma coinvolge i nostri comportamenti, i rapporti con gli altri, persino i nostri acquisti. Comprare una maglietta è un'azione che implica conseguenze per un lavoratore del sud del mondo. Il modo con cui spendiamo i nostri soldi chiama in causa popolazioni lontane da noi, il cibo che mangiamo riguarda l'ambiente in cui viviamo e altri esseri con cui conviviamo in questo pianeta, il modo in cui cresciamo i nostri figli incide sul nostro e sul loro approccio alla vita.

Purtroppo la consapevolezza della relazione tra le nostre scelte quotidiane e le loro reali conseguenze sugli altri è offuscata. La maglietta che acquistiamo diventa nient'altro che un indumento da indossare, il cibo che mangiamo si riduce a essere considerato soltanto un alimento da consumare. Crescere un bambino diventa non più una faccenda di latte materno, tempo, coccole e disponibilità all’ascolto, ma passa attraverso il possesso e l’uso di una serie di oggetti che vogliono convincerci essere “indispensabili”: biberon, ciucci, lettini, arredi, latti e pappe artificiali, orsacchiotti, giocattoli preconfezionati: tutte cose che allontanano il bambino dalla madre, dal contatto con le persone e lo “educano” fin da piccolo a dipendere dagli oggetti, ad essere un “buon consumatore”.

Questo stato di cose esiste grazie a una serie di elementi: oggi è ritenuto importante conoscere i processi macroeconomici che animano la giostra del capitalismo, mentre scarsa rilevanza viene attribuita alle scelte individuali. Tutto ciò favorisce il mantenimento dello status quo e induce l'individuo a non dubitare delle proprie scelte. Basta raccogliere tante informazioni e operare coerentemente col proprio voto, ma al supermercato niente è messo in discussione. Quello che ostacola il cambiamento è sicuramente la dose di cinismo che ci facciamo iniettare: le scelte del singolo sono insignificanti, si dice. Ci sembra allora che tutto ciò che facciamo da soli non possa nulla di fronte al caos del mondo e alle grandi forze che determinano le sorti di donne e uomini. Dato che la maggior parte delle persone volge lo sguardo altrove, ci sembra inutile fare delle scelte individuali e responsabili. Ma non è sufficiente mettere una croce su una scheda elettorale, non basta "informarsi" guardando la tv, non basta sapere che il mondo va così e non basta avere delle idee per contribuire al cambiamento: bisogna anche metterlo in atto, cominciando dalla nostra vita di tutti i giorni. Continua

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posted by Daniele at 11:00 AM | Permalink |


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