sabato, ottobre 14, 2006
Ops, sono senza soldi...
Ieri mi è successa una cosa che vi vorrei raccontare. Non è niente di che, ma è una cosa che mi è successa già altre volte e da cui ricavo qualche riflessione.

Ieri pomeriggio mi sono recato presso la bottega del commercio equo per fare un pò di spesa biologica ed equosolidale. Quando mi sono presentato alla cassa, mi sono accorto che nel portafogli avevo la miseria di 10 Euro, mentre il conto era di 36,60 Euro. Ma non mi sono lasciato prendere dal panico. Come successo già in altre occasioni, ho chiesto agli amici della bottega se potevano farmi credito per una settimana e che avrei portato i rimanenti soldi la settimana successiva (visto che frequento settimanalmente la bottega). Ovviamente, non ci sono stati problemi, come non ci sono mai stati problemi in tal senso con loro.

Il motivo è chiaro, del resto. Non è che loro siano dei santi che fanno carità e non si preoccupano del fatto che io possa non portare loro i soldi che gli devo. E' ovvio che non fanno credito a tutti i clienti. Ma a quelli che conoscono si, e lo fanno senza problemi. Nella fattispecie di me conoscono tutto: nome, cognome, data di nascita, indirizzo. E sopratutto, conoscono "me". Sanno che persona sono e sanno che non avrei nessun motivo per fregarli, anche perchè la cosa non converebbe neanche a me, visto che in quel posto, e di posti come quelli non ce ne sono tanti qui, ci faccio la spesa ogni settimana.

Ora, qual'è la riflessione che scaturisce da tutto questo?

Come molti di voi sapranno io sono contrario alla grande distribuzione. Una delle cose che non mi vanno giù della grande distribuzione è la totale (o quasi) spersonalizzazione del rapporto tra cliente e venditore. Ora, difficilmente potrei chiedere con successo alla cassiera di un grande supermercato di farmi credito per una settimana, neanche se io frequento quel supermercato ogni santo giorno. Appunto perchè tu per un supermercato sei soltanto un consumatore: metti la roba nel carrello, ti presenti alla cassa, paghi (preferibilmente con bancomat o carta di credito) e vai via sorridendo. Ma se non hai i soldi... "guardi bisognerebbe parlare con il direttore...", o cose simili.

Personalmente credo che sia importante recuperare una dimensione di rapporto umano nelle nostre vite quotidiane, anche quando andiamo a fare la spesa, altrimenti come dicevo sopra diventiamo "consumatori e basta". Mi piace molto quando vado in bottega restare lì a chiaccherare del più e del meno con i ragazzi della bottega, questo non lo potrei mai fare se andassi a fare la spesa in un supermercato. Mi capita che alcune persone mi dicono che a loro non interessa niente di avere un "rapporto umano" quando vanno a fare la spesa, anzi che preferiscono il supermercato proprio perchè è veloce, rapido e non devi avere a che fare con nessuno se non con te stesso, il carrello, gli scaffali.

Ma questa tendenza a isolare gli individui e ad avere vite sempre più frenetiche in cui tutti vanno di fretta non è uno dei "mali" da estirpare in questa nostra folle società?
 
posted by Daniele at 11:33 AM | Permalink |


8 Comments:


  • At 12:33 PM, Blogger Daniele

    :-)

    Si è vero, spesso con i cassieri, se frequenti a lungo sempre lo stesso supermercato, si crea un rapporto diciamo di conoscenza. Anche se in effetti il tempo per poter parlare con i cassieri è molto molto limitato, sopratutto se c'è la coda alla cassa!;)

    A onor del vero anche in bottega quando c'è molta gente non c'è molto tempo per chiaccherare... però cmq i ritmi sono più lenti...:-)

     
  • At 8:35 PM, Blogger Vera

    Al supermercato vicino casa mi fanno credito... ma conoscono me e mia madre da dieci anni e ci facciamo la spesa tutti i giorni. :)

     
  • At 9:48 PM, Blogger Daniele

    E' molto grande questo supermercato?

     
  • At 10:12 PM, Blogger Vera

    E' un supermercato piccolo, ha due casse. :)

     
  • At 10:20 PM, Blogger Daniele

    Beh si, in ogni caso le dimensioni hanno la loro importanza!;-)

     
  • At 8:00 AM, Anonymous Anonimo

    Dove vivo io c'è un piccolo ufficio postale. Un solo impiegato.

    La mattina alle otto, quando apre, arriva il barbiere, che ha la bottega accanto, con un thermos pieno di caffè caldo, e lo offre a tutti.

    Si chiacchiera, si scherza, mentre l'impiegato compie tutte le operazioni per attivare i terminali.

    A volte mi è capitato di avere fretta, e allora lascio soldi e bollettino, e lui compie l'operazione al posto mio, e poi mi lascia il resto e la ricevuta nella cassette delle lettere.

    Anche con la postina è tutto un altro rapporto: se la incontro in giro per il paese, mi dice che c'è una raccomandata, o un pacco, e che me l'ha messo da parte, perché magari prima non ero in casa.

    Anche il giornalaio se mi incontra mi può dire che nel frattempo sono arrivati i quotidiani (arrivano tardi, siamo un po' fuori dal mondo).

    Mi piace vivere in un piccolo borgo.

    M.

     
  • At 9:18 AM, Blogger Daniele

    Ciao Marcello, bello il tuo racconto!

    Ma in tutto questo, la spesa dove la fai?

     
  • At 3:09 PM, Anonymous Anonimo

    La spesa minima giornaliera sempre qui, c'è una bottega (intesa non come equa e solidale, ma nel vecchio significato del termine). Ci sono delle limitazioni però: se un giorno o due non prendo il pane, è probabile che il terzo non me lo diano perché a loro volta ne hanno ordinato uno in meno. :-)

    Per la spesa settimanale, più ampia, la coop a qualche chilometro di distanza.

    Per quella solidale e quella bio, scendo in città, e sono settanta chilometri. Non capita spesso :-(

    M.