giovedì, marzo 22, 2007
La bufala dell'idrogeno
In questo periodo circola su internet una petizione indirizzata alla Commissione Europea "per obbligare le multinazionali del petrolio ad installare almeno un distributore di idrogeno in ogni stazione di servizio". Personalmente non ho ancora firmato questa petizione, e penso che non la firmerò, in quanto ho più di qualche dubbio sulla bontà di una iniziativa del genere, visto e considerato che sono parecchie le perplessità intorno all'idrogeno come fonte di energia, da più parti definito come una "bufala". Ed in effetti il primo errore è considerare l'idrogeno come una fonte di energia, visto che in realtà è semplicemente un vettore di energia: l'idrogeno non esiste in natura ed è necessario produrlo a partire da altre forme di energia. Qual'è il vantaggio di utilizzare l'idrogeno dunque? Molto probabilmente nessuno...

... non vorrei sbagliarmi ma qualche tempo fa ho letto che Beppe Grillo (si, proprio lui) protestava per la tassazione che il governo voleva introdurre sui SUV sostendo che lui, si!, ha un SUV però va ad idrogeno...! Beh, se queste sono le premesse di una seria battaglia ambientalista, fate un pò voi...

Al riguardo di questa faccenda vi inviterei a leggere due articoli molto illuminanti in proposito. Il primo è tratto dal blog dell'amico Riccardo, il secondo è invece un articolo del ben più noto (Riccardo non me ne volere;)) Maurizio Pallante, di cui vi riporto qui soltanto un breve estratto:
A parità di volume e pressione, l'idrogeno contiene un quarto dell'energia contenuta nel metano. Inoltre è molto più volatile. Per avere un'idea dei problemi che ne derivano, basta pensare che se nelle automobili alimentate a metano la bombola occupa praticamente tutto lo spazio del bagagliaio, per avere la stessa energia con l'idrogeno bisogna impegnare uno spazio grande il quadruplo. Un gasdotto alimentato a idrogeno non solo trasporterebbe 4 volte meno energia di un metanodotto, ma le fughe di gas in volume sarebbero 8 volte maggiori. La sua portata effettiva sarebbe dunque ancora minore. Non bisogna poi dimenticare i pericoli di esplosioni, che si possono verificare sia nella fase del trasporto, sia nella fase di utilizzazione. Basta l'1,5 per cento in peso di idrogeno nell'aria per fare miscela tonante. Fonte illimitata. Pulita.

Non sarebbe meglio evitare questi aggettivi, che attengono alle divinità? E forniscono una foglia di fico ecologica alla convinzione che il meccanismo della crescita economica possa essere perpetuato sostituendo le fonti rinnovabili alle fonti fossili? Davvero si auspica che le loro caratteristiche positive possano essere utilizzate per ottenere quegli scopi negativi che alle caratteristiche negative delle fonti fossili non sarebbero più possibili? Ma l'obbiezione di fondo decisiva l'ha formulata la mia vecchia zia Maria, che ha ottant'anni, fa la casalinga ed è sempre vissuta a Voghera, domandandomi: "Ma una volta che si sia prodotta l'elettricità, non conviene usarla direttamente invece di impiegarla per ottenere l'idrogeno con cui rifare l'elettricità nelle celle a combustibile?". Valle a dar torto.
 
posted by Daniele at 10:10 AM | Permalink |


1 Comments:


  • At 4:37 PM, Blogger Unknown

    Ci tengo a precisare che l'articolo sul mio blog non è mio, ma di Michele Bellingeri... motivo per cui non posso certo prendermela per la citazione del mio mito Pallante (che fra l'altro ha penso avuto il merito di togliere la parola idrogeno dalla bocca di Pecoraro Scanio...)
    Ciao!